Quanto pesa un disco d’oro?
Ad oggi la discografia non ha mai smesso di premiarsi con dischi di vari metalli preziosi, ma con Internet tutto è cambiato. Un artista che ne ha vinto uno è molto popolare, ma pochi sanno quanto popolare. Si potrebbe perfino affermare che nessuno al mondo lo sa di preciso.

Il Festival di Sanremo, negli ultimi anni, ha visto un cambiamento nella selezione degli artisti, includendo un ventaglio più ampio di generi musicali e artisti che sono già famosi al di fuori della kermesse, grazie anche al successo su piattaforme come Spotify. Questo ha portato a un’influenza crescente di dati come dischi d’oro e platino, usati per sottolineare la popolarità degli artisti. Tuttavia, c’è un po’ di confusione e una certa distorsione nel significato di queste certificazioni. Inizialmente introdotte come simbolo di grandi vendite, le certificazioni si sono evolute, adattandosi ai cambiamenti del mercato musicale, influenzato dalla digitalizzazione e dallo streaming.
Le certificazioni, come il disco d’oro, non sono più solo legate alle copie fisiche vendute, ma si basano su complessi calcoli che considerano gli ascolti in streaming. Ad esempio, nel 2025, un disco d’oro in Italia sarà equivalente a 100.000 unità vendute, ma le metriche cambiano a seconda delle piattaforme e dei metodi di calcolo. Le modifiche alle soglie di certificazione hanno creato un divario tra gli artisti che sono stati in grado di ottenere dischi d’oro o platino in passato e quelli che, oggi, potrebbero non riuscirci a causa dell’alto numero di streaming richiesti. Questo ha suscitato discussioni tra i professionisti del settore, alcuni dei quali vedono queste modifiche come necessarie per adattarsi all’evoluzione del mercato, mentre altri temono che possa danneggiare artisti più piccoli.

Alla base di tutto c’è una riflessione sulla validità dei numeri come misura del successo: mentre nel passato l’industria musicale si affidava a vendite tangibili, oggi il successo è legato a dati più difficili da misurare e comparare, come gli streaming e la visibilità delle piattaforme. In un mercato musicale così cambiato, l’affidamento su certificazioni e numeri può essere utile, ma è anche fonte di confusione e criticità. L’industria, nel tentativo di restare rilevante, continua a confrontare epoche e artisti con parametri che, alla fine, sembrano sempre più arbitrari e distanti dalla realtà delle abitudini dei consumatori moderni.
