Il carisssssssimo pronunciato con tante esse alla Christian de Sica da una persona che non vi conosce troppo bene potrebbe nascondere non maleducazione o poca memoria ma un disagio psicologico. L’alessinomia si manifesta con la difficoltà o l’incapacità di pronunciare i nomi propri delle persone, anche di familiari e amici stretti. Il termine, coniato da un gruppo di psicologi dell’Università Sigmund Freud di Vienna, deriva dal greco a- (“mancanza”), lexis (“parola”) e onoma (“nome”), e indica letteralmente l’assenza di parole per i nomi. Questa condizione è stata descritta per la prima volta nel 2019 dalla psicologa Lisa Welleschik e approfondita in studi successivi.
Le persone che ne soffrono, pur volendo chiamare gli altri per nome, non riescono a farlo e usano invece pronomi generici come “tu” o espressioni come “ehi”. Secondo una ricerca condotta su 190 individui, l’alessinomia potrebbe essere una manifestazione dell’ansia sociale, un disturbo caratterizzato dall’evitamento di situazioni in cui si può essere osservati o giudicati.
Uno del 2024 ha analizzato testimonianze online di persone affette da alessinomia in vari Paesi, rivelando che molte la vivono come un disagio imbarazzante e invalidante. Nei casi più gravi, i soggetti non riescono a pronunciare nomi in nessuna circostanza; in altri, il problema emerge solo con persone intime. Le cause dell’alessinomia non sono chiare, ma gli esperti ipotizzano che possano essere legate a esperienze traumatiche infantili, come bullismo o difficoltà emotive, che portano a una difficoltà generale nell’esprimere sentimenti.
L’uso dei nomi nelle interazioni sociali ha una funzione complessa e variabile. In molte culture occidentali, si evitano i nomi propri con persone gerarchicamente superiori, ma anche con familiari e amici stretti, preferendo titoli affettuosi come “mamma” o “zio”. Usare un nome può segnalare intimità o, al contrario, distanza e freddezza. Il sociologo Steven Clayman ha spiegato che l’uso del nome in una conversazione ha sempre un peso sociale: chiamare qualcuno per nome può rafforzare un legame, ma anche esprimere ostilità o formalità eccessiva.
