Il FAI apre al pubblico la Malga di Monte Fontana Secca sul Massiccio del Grappa

19 Settembre 2025 16:59
Malga Fontana Secca (ph. Maurizio Vento per il FAI)
Malga Fontana Secca (ph. Maurizio Vento per il FAI)

Dal 2025 il FAI, il Fondo per l’Ambiente Italiano regala una nuova perla al pubblico: Malga di Monte Fontana Secca, uno dei luoghi più suggestivi del Massiccio del Grappa, riportato a nuova vita dopo dieci anni di lavori di recupero e valorizzazione. Un progetto che unisce memoria storica, tutela ambientale, allevamento tradizionale e ospitalità, trasformando l’alpeggio in un presidio attivo di cultura e sostenibilità.

Monte Fontana Secca: un alpeggio tra natura e storia

Situata a 1.600 metri di altitudine, con uno straordinario panorama che spazia dal fiume Piave alla Laguna di Venezia, la malga si estende su 150 ettari di pascoli e boschi. Qui, nel novembre 1917, si combatté una delle più dure battaglie della Prima Guerra Mondiale, oggi ricordata lungo la Via Eroica del Sacrario del Grappa.

Il progetto del FAI: dal recupero all’ospitalità

Donata al FAI nel 2015 da Liliana e Bruno Collavo, la Malga Monte Fontana Secca è stata oggetto di un lungo restauro. Lo Stallone, un tempo in rovina, è stato ricostruito con tecniche tradizionali e diventerà dal 2026 il cuore dell’accoglienza con spazi per il ristoro, un’aula didattica, un negozio di prodotti locali e posti letto. La Casa del Malgaro, già aperta al pubblico, è oggi uno spazio narrativo multimediale che racconta la storia del paesaggio grazie a un video immersivo curato dal FAI in collaborazione con l’Università di Padova.

Ritorno alla vita di montagna

L’obiettivo del FAI non è creare un museo, ma riportare la vita nei pascoli. Il progetto prevede il rientro delle mandrie, tra cui la vacca Burlina, razza autoctona del Veneto, e il ripristino della produzione casearia con burro e formaggi tipici. La gestione è stata affidata a una giovane impresa familiare di allevatori, già attiva nella rinascita di altre malghe del territorio. Accanto alle funzioni tradizionali, il sito diventa un luogo di didattica, turismo sostenibile e ospitalità diffusa.

Tutela del paesaggio e sostenibilità

Il recupero della malga è parte della missione del FAI: valorizzare e difendere le aree interne italiane, contrastando lo spopolamento e l’abbandono dei pascoli. Sono previsti interventi di autosufficienza energetica con pannelli fotovoltaici, il recupero delle antiche pozze d’acqua e dei sistemi di raccolta piovana, il restauro della Casera di Monte per la produzione casearia, la ricostruzione della Pendana e il recupero della porcilaia come alloggio per i gestori.

Un investimento condiviso

Il progetto ha richiesto un investimento complessivo di 3 milioni di euro, reso possibile grazie alla collaborazione tra enti pubblici, privati e donatori. Tra i principali sostenitori figurano il Comune di Setteville, la Regione Veneto, il Fondo Comuni Confinanti, la Fondazione SAME, Moncler, Epta, oltre a fondi PNRR e contributi di singoli cittadini.

Malga Monte Fontana Secca: un simbolo per il futuro

Con questo intervento il FAI restituisce alla collettività non solo un luogo di straordinaria bellezza naturale, ma anche un simbolo di memoria, resilienza e sviluppo sostenibile. L’alpeggio diventa così un osservatorio sulla vita di montagna e un ponte tra passato e futuro, dove tradizione, innovazione e tutela del paesaggio si incontrano.

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