Dal 2025 il FAI, il Fondo per l’Ambiente Italiano regala una nuova perla al pubblico: Malga di Monte Fontana Secca, uno dei luoghi più suggestivi del Massiccio del Grappa, riportato a nuova vita dopo dieci anni di lavori di recupero e valorizzazione. Un progetto che unisce memoria storica, tutela ambientale, allevamento tradizionale e ospitalità, trasformando l’alpeggio in un presidio attivo di cultura e sostenibilità.
Monte Fontana Secca: un alpeggio tra natura e storia
Situata a 1.600 metri di altitudine, con uno straordinario panorama che spazia dal fiume Piave alla Laguna di Venezia, la malga si estende su 150 ettari di pascoli e boschi. Qui, nel novembre 1917, si combatté una delle più dure battaglie della Prima Guerra Mondiale, oggi ricordata lungo la Via Eroica del Sacrario del Grappa.
Il progetto del FAI: dal recupero all’ospitalità
Donata al FAI nel 2015 da Liliana e Bruno Collavo, la Malga Monte Fontana Secca è stata oggetto di un lungo restauro. Lo Stallone, un tempo in rovina, è stato ricostruito con tecniche tradizionali e diventerà dal 2026 il cuore dell’accoglienza con spazi per il ristoro, un’aula didattica, un negozio di prodotti locali e posti letto. La Casa del Malgaro, già aperta al pubblico, è oggi uno spazio narrativo multimediale che racconta la storia del paesaggio grazie a un video immersivo curato dal FAI in collaborazione con l’Università di Padova.
Ritorno alla vita di montagna
L’obiettivo del FAI non è creare un museo, ma riportare la vita nei pascoli. Il progetto prevede il rientro delle mandrie, tra cui la vacca Burlina, razza autoctona del Veneto, e il ripristino della produzione casearia con burro e formaggi tipici. La gestione è stata affidata a una giovane impresa familiare di allevatori, già attiva nella rinascita di altre malghe del territorio. Accanto alle funzioni tradizionali, il sito diventa un luogo di didattica, turismo sostenibile e ospitalità diffusa.
Tutela del paesaggio e sostenibilità
Il recupero della malga è parte della missione del FAI: valorizzare e difendere le aree interne italiane, contrastando lo spopolamento e l’abbandono dei pascoli. Sono previsti interventi di autosufficienza energetica con pannelli fotovoltaici, il recupero delle antiche pozze d’acqua e dei sistemi di raccolta piovana, il restauro della Casera di Monte per la produzione casearia, la ricostruzione della Pendana e il recupero della porcilaia come alloggio per i gestori.
Un investimento condiviso
Il progetto ha richiesto un investimento complessivo di 3 milioni di euro, reso possibile grazie alla collaborazione tra enti pubblici, privati e donatori. Tra i principali sostenitori figurano il Comune di Setteville, la Regione Veneto, il Fondo Comuni Confinanti, la Fondazione SAME, Moncler, Epta, oltre a fondi PNRR e contributi di singoli cittadini.
Malga Monte Fontana Secca: un simbolo per il futuro
Con questo intervento il FAI restituisce alla collettività non solo un luogo di straordinaria bellezza naturale, ma anche un simbolo di memoria, resilienza e sviluppo sostenibile. L’alpeggio diventa così un osservatorio sulla vita di montagna e un ponte tra passato e futuro, dove tradizione, innovazione e tutela del paesaggio si incontrano.
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