In un’edizione della Biennale di Architettura che riflette le grandi sfide del nostro tempo, cinque padiglioni nazionali propongono esperienze sorprendenti e diversificate: dal caldo estremo simulato al padiglione tedesco, alla lava come materiale da costruzione in Islanda, dalla difesa del paesaggio lettone all’ospitalità molteplice del Qatar, fino all’ascolto profondo dei suoni nascosti in Lussemburgo. Li scopriamo in un interessante racconto – al momento virtuale – dato che la mostra apre per gli addetti ai lavori l’8 maggio e poi per tutti sabato 10 maggio.
Germania – “Stresstest”
Con l’innalzarsi delle temperature a livelli insopportabili, il padiglione tedesco propone un’esperienza immersiva che simula il caldo estremo per poi rivelare soluzioni architettoniche capaci di mitigarlo. Il percorso inizia con uno spazio surriscaldato, seguito da un ambiente climatizzato dove vengono presentate tecniche progettuali e materiali innovativi per rendere le città più resilienti. Un recente studio avverte che, se le emissioni non diminuissero, il riscaldamento globale potrebbe causare fino a 2,3 milioni di morti correlate al calore nelle città europee entro il 2099.
Islanda – “Lavaforming”
I campi di lava islandesi ispirano un progetto speculativo ambientato nel 2150: l’architetto Amhildur Pálmadóttir insieme al figlio Amar Skarphéainsson immagina di utilizzare la roccia fusa come materiale da costruzione sostenibile. Secondo la designer, un singolo flusso di lava possiede quantità di minerali sufficienti per fondare un’intera città in poche settimane, evitando estrazioni invasive e produzione di energia fossile.
Lettonia – “Landscape of Defence”
In risposta alle crescenti tensioni geopolitiche lungo il confine con la Russia, i curatori Liene Jakobsonė e Ilka Ruby, insieme agli studi di architettura Sampling e Nomad, analizzano l’impatto ambientale delle strutture difensive — recinzioni, trincee anticarro, ostacoli in cemento — che trasformano il paesaggio rurale lettone, sottolineando le conseguenze estetiche e pratiche di queste architetture militari.
Qatar – “Beyti Beytak. My home is your home. La mia casa è la tua casa”
Primo padiglione permanente aggiunto ai Giardini dopo quasi trent’anni, firmato dall’architetta Lina Ghotmeh. Il progetto esplora il tema dell’ospitalità attraverso oltre venti voci, mettendo in dialogo l’eredità modernista di Minnette de Silva con l’architettura islamica di Abdel-Wahed El-Wakil e le soluzioni temporanee di Marina Tabassum per le vittime delle inondazioni in Bangladesh.
Lussemburgo – “Sonic Investigations”
Guidati dall’idea dell’«ascolto profondo» ispirata a John Cage, gli architetti Valentin Bansac, Mike Fritsch e la cartografa Alice Loumeau invitano i visitatori a percepire le vibrazioni nascoste del territorio. Al centro della mostra, l’opera sonora di Ludwig Berger raccoglie registrazioni ambientali da diversi angoli del granducato, rivelando come il suono modelli la nostra esperienza dello spazio costruito e naturale.
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