Simonetta Gorreri continua la sua missione di salvaguardia ambientale e di riscoperta e valorizzazione dei luoghi meno conosciuti attraverso l’arte contemporanea con un nuovo progetto che vedrà coinvolta l’isola di Torcello. Si tratta della mostra “Terra/cielo” che trasformerà il luogo dove affondano le radici di Venezia in un museo a cielo, dal 12 maggio al 31 luglio 2023.
L’inaugurazione è prevista per venerdì 12 maggio alle 15 in piazza a Torcello, dove spicca il famoso “trono di Attila”, un sedile in pietra che la leggenda vuole appartenesse al re degli Unni, con un’originale performance nella quale l’artista Jennifer Cabrera Fernandez indosserà un’“armatura danzante”, realizzata dall’art designer Sabrina Baldacchini: “avvolto dalla sua armatura – spiega la curatrice – sarà Attila che vuole emergere dalla terra dopo tanti anni. Il corpo vibra, si contorce, avviene una trasformazione inaspettata”.

Simonetta Gorreri vive a Venezia, è presidente dell’associazione Art Life For The World e curatrice di mostre d’arte ambientali internazionali, in particolare di water art. Parmense, si è laureata a Bologna in Storia dell’Arte. Si dedica in seguito ad altri importanti eventi di arte ambientale, come “Mediterranea” nel 1998 a Bruxelles, in collaborazione con i consolati, e “Artelaguna” nel 1995 a Venezia, diretta da Jean Clair, per il Centenario della Biennale di Venezia.
Com’è nata la sua passione per la land art?
All’università ho studiato la storia dell’arte del ‘500, ma durante un viaggio negli Stai Uniti sono rimasta folgorata dalla land art americana, quella di Richard Long, per intendersi. E da lì mi sono convertita a quest’arte contemporanea, in particolare alla water art, ed è iniziata la mia ricerca. Ho realizzato le prime mostre sui laghi lombardi, in provincia di Varese, presentati e sostenuti dallo scomparso collezionista Giuseppe Panza Di Biumo (Lago di Monate, “Artelago” 1986 e “Artelago” 1990). Il centro nevralgico di questi eventi era la Cascina Stal Vitale, un centro culturale che ho fondato ad Osmate, ristrutturando una vecchia cascina, dove ho vissuto un periodo bellissimo.
Quali sono stati gli altri suoi progetti più significativi da curatrice?
Il più recente è la mostra “Gloria d’amore”, realizzata nel 2021 per Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21, evento che ha celebrato le nozze di Odoardo Farnese e Dorotea Sofia di Neoburgo nel Parco Ducale in forma contemporanea: 7 artisti internazionali hanno creato opere di water art per la Peschiera del Parco Ducale, intorno alla famosa fontana del Trianon.
A Venezia, ho curato l’esposizione “Artelaguna” nel 1995, in ottima intesa artistica con Jean Clair, documentata dalle fotografie di Gianni Berengo Gardin. In questa città (quale migliore luogo per la water art?) mi sono sempre interessata soprattutto ai luoghi dimenticati o meno frequentati, ne sono esempio le mostre “Aphrodite” del 2009, all’isola di Sant’Erasmo, documentata dalle foto di Pierre Bonnaure, e “Oltre il paesaggio mistico” del 2013, all’isola di San Francesco del Deserto, per iniziativa del Ministero per i beni e le attività culturali, in occasione della Biennale d’Arte.

Com’è nato il progetto “Terra/cielo”?
Sempre su questa scia, con l’obiettivo di valorizzare e far scoprire i luoghi dimenticati o poco conosciuti attraverso l’arte contemporanea. In questo caso, si interviene su un modello medioevale e pre-romano attraverso espressioni artistiche per valorizzare l’isola, non frequentata tanto quanto Murano o Burano perché non commerciale, nella sua importanza paesaggistica e storica. Gli artisti si sono recati qui per scegliere personalmente il contesto e la connotazione naturalistica dove realizzare l’opera. Ci è voluto un anno di lavoro.
Come sono stati scelti gli artisti?
Dalla mia lunga esperienza e dalle relazioni costruite in questo campo, ho ricavato una lista di artisti che si occupa di land art: mando a questa lista il progetto e chiedo loro di realizzare qualcosa. Scelgo i progetti che penso siano i più adatti alla circostanza, ma la scelta è soprattutto determinata dall’ambiente. È l’ambiente che detta l’opera. Grazie a questa esposizione, oltre a Torcello potranno essere scoperti (o riscoperti) anche luoghi incantevoli e paradisiaci di quest’isola, come il giardino del Ristorante Villa Seicento.

Chi esporrà? Cosa vedremo?
Maruzza Bianchi Michiel, Candida Ferrari, Paola Blazquez, Claudia Corò, il gruppo Damss Art di Milano con Daniela Arnoldi e Marco Sarzi–Sartori, Paolo Stefani, Gottardo Bonacini, Guilherme Carvalho. L’architetto dei giardini Bonacini, ad esempio, ha pensato a una grande sfera illuminante per la laguna (anche di notte) che troverete in fondo al parco di Villa Seicento, sulle barene. Candida Ferrari, sempre in barena, esporrà colonne in plexiglass dipinte che portano colori contemporanei alla laguna per riflettere nell’ambiente quella che è oggi l’arte. In piazza, Paolo Stefani porterà un dipinto relativo al trono di Attila con una fascia colorata che circonderà l’ulivo centenario. Il gruppo Damss di Milano esporrà opere tessili contemporanee, ma che si riferiscono alla storia di Venezia, nell’antica vigna che produce il “vino dei dogi”.
Ma la mostra non finisce qua: ci saranno degli eventi, soprattutto nel parco di Villa Seicento, che porteranno vita nell’isola, come letture di poesia contemporanea e nuove installazioni.
Cosa vuole trasmettere al pubblico?
Questa non è una mostra dove vai a vedere i quadri, ma una mostra viva, che si trasforma assieme all’ambiente, così come si trasforma la natura stessa. Non è arte commerciale. Non è comprabile. Per me l’arte è vita. L’arte ambientale è il futuro perché la cura dell’ambiente è il futuro. Gli artisti sono meglio dei politici. Sta al concetto di arte contemporanea interpretare il messaggio dell’oggi e delle sue problematiche, attraverso un’espressione artistica libera, non condizionata.

Che altri progetti ha in cantiere?
Ho curato allestimenti di arte ambientale in diverse ville venete, come Villa Maser nel 2019, con una mostra con 18 artisti internazionali, documentata dalle foto di Oliviero Toscani. Vorrei continuare su questa strada della valorizzazione delle ville storiche venete attraverso l’arte contemporanea.