Jane Fonda consegna la Palma d’oro a Justine Triet che vince il Festival di Cannes

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Justine Triet & Jane Fonda - ANATOMIE D'UNE CHUTE, Palme d'or © Andreas Rentz / Getty Images
Justine Triet & Jane Fonda - ANATOMIE D'UNE CHUTE, Palme d'or © Andreas Rentz / Getty Images

La Palma d’oro 2023 è stata assegnata a una donna, segnando la terza volta nella storia del Festival di Cannes (in 76 anni): la consegna di Jane Fonda a Justine Triet, la regista di “Anatomie d’une chute”, che a soli 44 annivince il Festival di Cannes ed è già al vertice del mondo del cinema.

Il premio principale torna in Francia in un’edizione veramente globale e un palmares, deciso dalla giuria guidata dallo svedese Ruben Ostlund, che ha dato un’attenzione particolare anche all’Oriente.

L’Italia è rimasta esclusa, nonostante la visibilità ottenuta dai suoi tre film in competizione: “Rapito” di Marco Bellocchio, uscito ora in sala, “Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti, premiato anche al botteghino, e “La Chimera” di Alice Rohrwacher, che uscirà in autunno. La competizione tra i 21 film era di altissimo livello e non c’è spazio per polemiche.

Justine Triet ha ricevuto un lungo applauso dalla platea e ha invitato i suoi attori sul palco, tra cui la magnifica Sandra Huller. Subito dopo, per riprendersi dall’emozione, ha protestato fermamente contro la riforma delle pensioni e il governo francese che l’ha negata e repressa in modo clamoroso. Triet ha anche parlato della “mercificazione della cultura difesa dal governo neoliberista, che sta per rompere l’eccezione culturale francese”. Ha sottolineato che proprio questa eccezione culturale l’ha cresciuta e formata, e senza di essa non sarebbe qui, di fronte a tutti.

Il tema della donna è stato centrale durante tutto il festival, con una visione non convenzionale della complessità delle donne e uno sguardo sul femminile senza stereotipi, come si attendeva da tempo. Questo è stato proposto sia dalle numerose registe in competizione che dai registi stessi. Il palmares e la serata lo hanno dimostrato.

“Anatomie d’une chute” di Triet, che uscirà in Italia con la distribuzione di Teodora, è un giallo giudiziario incentrato su una donna che deve dimostrare la propria innocenza. Questo fa pensare a un’onda lunga, partita da Venezia che ha assegnato il Leone d’oro a un altro film giudiziario, anch’esso francese: “Saint Omer” di Alice Diop.

“Vorrei dedicare questo premio a tutte le donne che lottano per superare le difficoltà di esistere in questo mondo”, ha dichiarato l’attrice turca Merve Dizdar, premiata per il film “Les herbes sèches” di Nuri Bilge Ceylan.

Il secondo premio in termini di importanza, il Grand Prix, è andato all’inglese Jonathan Glazer per il suo drammatico “The Zone of Interest”, che affronta la banalità del male di una famiglia nazista che vive accanto al muro di Auschwitz. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Martin Amis, scomparso proprio nei giorni di Cannes. Il regista ha ringraziato per aver amplificato il cinema come solo Cannes sa fare.

Durante la serata, tra emozioni per i premiati e qualche piccolo inciampo (Ostlund è stato bloccato da Ducournau e ha annunciato un premio anziché un altro, la madrina Chiara Mastroianni, al momento del Grand Prix, ha parlato della Palma d’oro), il più scosso è stato il grande tedesco Wim Wenders, tornato con “Perfect Days”, girato interamente a Tokyo. Miglior attore è stato premiato la star giapponese Koji Yakusho, ma è stato Wenders stesso a piangere in platea. Forse l’età ha avuto il suo peso? Wenders ha 77 anni ed è stato parte di un movimento di silver fox che ha attirato l’attenzione a Cannes per la longevità e l’eccezionale tenacia. Sul palco questa sera è salito anche il re degli horror, Roger Corman, che ha 97 anni. La lista è stata lunga: la Croisette d’argento ha visto protagonisti Michael Douglas (78), Harrison Ford (80), Martin Scorsese (80), Robert De Niro (79), Ken Loach (86), Marco Bellocchio (83), Wim Wenders (77), Jane Fonda (85) e Catherine Breillat (74).

Tra i vincitori di quest’anno, il regista vietnamita con nazionalità francese Tran Anh Hung si è aggiudicato il premio per la miglior regia con “La Passion de Dodin Bouffant”, il finlandese Aki Kaurismaki ha ricevuto il premio della giuria per “Les Feuilles Mortes”, e il giapponese Sakamoto Yuji ha ottenuto il premio per la migliore sceneggiatura con “Monster” di Kore-eda Hirokazu.

Ecco il palmares completo della 76ª edizione del Festival di Cannes presieduta da Ruben Ostlund:

  • Palma d’Oro per “Anatomie d’une Chute” di Justine Triet (Francia)
  • Grand Prix per “The Zone of Interest” di Jonathan Glazer (Regno Unito)
  • Premio per la miglior regia a Tran Anh Hung per “La Passion de Dodin Bouffant” (Vietnam/Francia)
  • Migliore sceneggiatura a Sakamoto Yuji per “Monster” di Kore-eda Hirokazu (Giappone)
  • Migliore attrice a Merve Dizdar per “About Dry Grasses” di Nuri Bilge Ceylan (Turchia)
  • Miglior attore a Koji Yakusho per “Perfect Days” di Wim Wenders (Germania)
  • Premio della Giuria a “Les Feuilles Mortes” di Aki Kaurismaki (Finlandia)
  • Camera d’Or a “L’arbre aux papillons d’or” di Thien An Pham (Vietnam)
  • Palma d’oro per il miglior cortometraggio a “27” di Flóra Anna Buda.