Prove di dialogo tra Germania ed Italia. Sembra incredibile ma invidia per sole, mare, cibo sarebbero il motivo del rancore tedesco verso il Belpaese.
Ma come? I tedeschi che tanto amano le coste del nordest e di mezza Italia in realtà, quando sono a casa loro, rosicano di brutto perche qui c’è tutto, Bella Vita compresa.
Pare sia cosi. L’intuizione é di Thomas Fricke, editorialista di punta del der Spiegel.
Chi ci segue sulle nostre pagine avrà intuito una certa passione per quello che scrive la stampa estera del nostro territorio d’elezione: Venezia, Veneto, quindi Nordest e Italia.
Vedere che i brontoloni tedeschi stanno un po’ prendendo le misure dei rapporti con uno dei loro paradisi per le vacanze fa piacere. Anche perché tutto il ragionamento di Fricke é fatto in chiave europea ed europeista: se l’Ue mai saltasse per la Germania si rivelerebbero tempi bui. Sarebbero solo leader di loro stessi. Oggi invece l’Europa sostanzialmente sono loro, dopo l’addio del Regno Unito.
Ma veniamo al pezzo dello Spiegel, riporato dall’agenzia Agi. Ecco cosa scrive Fricke. La Germania ha “un’immagine distorta e fatale dell’Italia”, un’immagine che finirà per “fare a pezzi l’Unione europea”. Scrive Fricke: “tutta questa arroganza tedesca che, non solo adesso, ma soprattutto adesso, è particolarmente tragica”.
E ancora “la solita lagna tedesca ha a che fare con la realtà della vita degli italiani quanto i crauti hanno a che vedere con le abitudini alimentari dei tedeschi”.
“L’Europa rischia di sprofondare nel dramma, non perché gli italiani sono fuori strada, ma a causa di una parte predominante della percezione tedesca. Forse è per colpa dei tanti film sulla mafia forse è solo l’invidia per il fatto che l’Italia ha il clima migliore, il cibo migliore, più sole e il mare”.
“Se lo Stato italiano in una crisi come questa finisce sotto pressione dal punto di vista finanziario, dipende – se proprio deve dipendere dagli italiani – dal fatto che il Paese ha una quota di vecchi debiti pubblici, ossia dai tempi passati. Solo che questo ha poco a che vedere con la realtà della vita di oggi, ma con una fase di deragliamento degli anni ’80, il che ha a sua volta a che vedere con gli interessi improvvisamente schizzati in alto”.
“Se noi tedeschi non avessimo avuto all’estero amici tanto cari che nel 1953 ci abbuonarono una parte dei nostri debiti, staremmo ancora oggi con un pesante fardello in mano. E come va a finire quando le persone devono continuare a pagare debiti nati storicamente, la Germania lo ha dimostrato alla fine della Prima guerra mondiale, quando alla fine il sistema si rovesciò, come da anni rischia di succedere anche in Italia”.
“Da 30 anni lo Stato italiano spende meno per i suoi cittadini di quello che prende loro, con l’unica eccezione dell’anno della crisi finanziaria mondiale 2009. Questo vuol dire risparmi record, non sperperare”.
Lo Spiegel parla poi dei nostri investimenti pubblici “tagliati di un terzo dal 2010 al 2015”, così come “si sono rimpicciolite le spese per l’istruzione e la pubblica amministrazione”.
Lo stereotipo della bella vuta imperversa in Germania. Forse tutti ci immaginano come nel film di Federico Fellini: “Dolce vita? Stupidaggini. Gli investimenti pubblici dal 2010 in Italia sono calati del 40%. Un vero e proprio collasso”. Questo mentre in Germania, la spesa pubblica “è cresciuta quasi del 20%”, ossia “lo Stato spende a testa un quarto di più di quello che spende in Italia. Il che in queste settimane si percepisce dolorosamente”.
“In Italia sono mancati i posti letto e sono morte tante persone che oggi forse potrebbero essere ancora in vita. Non è direttamente colpa dei politici tedeschi, ovvio. Ma sarebbe ben giunto il tempo di smettere con folli lezioncine, e di contribuire a far piazza pulita delle cause del disastro, caro signor Schaeuble. O di dire “scusateci” almeno una volta”.
E invece “con assoluta serietà” si continua ancora a parlare della “dipendenza da credito” degli italiani, continua lo Spiegel. “Ma anche qui, un piccolo suggerimento fattuale: i debiti privati, commisurati al Pil, in quasi nessun Paese dell’Ue sono così bassi come in Italia”.
“È giunta finalmente l’ora di mettere fine a questo dramma, e magari proprio con gli eurobond, quali simbolo della comunità del destino della quale comunque facciamo parte sin da quando abbiamo una moneta comune”, conclude Fricke.
“Ancora i tedeschi hanno tempo di raddrizzare la curva dopo le contorte settimane scorse: altrimenti l’Unione europea nel giro di qualche anno non sarà più un’unione.
“In Italia come in Francia arriveranno al potere delle persone che, come adesso già fanno Donald Trump o Boris Johnson, non hanno nessuna voglia di stare al gioco: quel gioco sul quale la Germania da decenni costruisce il proprio benessere”.