Buon compleanno al patron del mitico Harry’s di Venezia. Arrigo Cipriani non si ferma e scrive un nuovo libro

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Buon compleanno Arrigo Cipriani
Arrigo Cipriani

Buon compleanno ad Arrigo Cipriani. Il figlio del fondatore dello storico Harry’s Bar a Venezia festeggia 88 candeline. Ne è passata di acqua sotto i ponti, nel vero senso della parola. Una guerra, importantissimi ospiti, la gloria dietro il bancone e l’acqua alta. E si racconta in un’intervista a tutto tondo al Gazzettino.

Non si ferma Arrigo Cipriani, non si è mai fermato in vita sua – non in tempo di pace. Forse è questo il segreto per festeggiare un altro buon compleanno. La quarantena gli sta stretta, il coronavirus lo ha fatto arrabbiare. Forse l’ultima volta è stata durante la guerra, quando volevano costringerlo a cambiare il nome del locale. Meglio un nome italiano.

Si divide tra il bar e la libreria, che sta iniziando ironicamente a riordinare. Sta infatti scrivendo un nuovo libro, “Chiamateci Infinto”: è il tredicesimo. Uno dei suoi titoli, datato 2009, è stranamente profetico: “Prigioniero in una stanza a Venezia”. Proprio come adesso, mentre festeggia un compleanno rinchiuso come tutti noi. Solo che in quel libro era dietro al bancone del suo bar, intento ad ospitare i protagonisti della Storia e le stelle dello spettacolo – da Woody Allen a Giorgio De Chirico a Frank Sinatra.

Anche Ernest Hemingway, a cui l’Harry’s aveva riservato un suo tavolo nell’inverno tra il 1949 e il 1950. Il periodo è quello del romanzo “Di là dal fiume e tra gli alberi”, che contiene varie citazioni del bar al suo interno.

Il suo Harry’s bar, al lato ovest di piazza San Marco a Venezia, è patrimonio nazionale dal Ministero dei Beni Culturali dal 2001. Lo fondò il padre Giuseppe, nel 1931. E nel 1932 nacque Arrigo. Il padre intrattenne la clientela più facoltosa, inventando per loro il Bellini e il carpaccio. Venezia fu veramente di grande ispirazione, le due creazioni portano infatti il nome di due pittori veneziani.

Incredibilmente ironico, ha già pensato a cosa scrivere sulla sua lapide: “Sto da Dio”. La morte non la prende sul serio, secondo lui è dietro di noi. “Sono tutte le cose che volevamo fare e non abbiamo fatto e adesso non abbiamo più tempo di fare”, racconta al Gazzettino. Intanto l’anno prossimo l’Harry’s Bar compirà ben 90 anni.