La Biennale di Venezia e il futuro ai tempi del Coronavirus secondo Claudio Cicutto: parla il nuovo presidente

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Come sarà la Biennale 2020 e del futuro ai tempi del Coronavirus secono il Presidente Ciccutto

La Biennale di Venezia del futuro, ai tempi del Coronavirus, disegnata da Claudio Cicutto, il nuovo presidente della fondazione veneziana, che da poco tempo è succeduto a Paolo Baratta. Da ricordare: a fine Agosto l’appuntamento con la Biennale Architettura (spostata rispetto alla classica apertura di maggio) e a ruota la Mostra del Cinema.

“Saremo comunque obbligati a ripensare nuove forme di vita, in comune e in privato, e nuovi orizzonti” spiega il Presidente in una intervista pubblicata da La Lettura.

Claudio Ciccutto presidente la Biennale di Venezia (2020) via sito cinecitta
Claudio Cicutto presidente la Biennale di Venezia (2020) via sito Cinecittà

“Tutto quello che nascerà alla Biennale non dovrà essere qualcosa a sé stante né dovrà rimanere un episodio unico ma dovrà essere collegato agli altri progetti concepiti nell’ambito della Biennale, che si tratti di cinema, di danza, di teatro, di musica, di arte o di architettura”.

Senza dubbio un ruolo strategico, oggi più di prima, per l’Asac: l’archivio storico della Biennale dove è conservato di tutto; documenti, pubblicazioni, opere, grafica. Un viaggio appassionante. Almeno per chi l’ha potuto vistare almeno una volta.

“Non saremo – continua il presidente de La Biennale di Venezia – legati solo alla mostra reale ma accanto al momento, diciamo così, analogico della Biennale, quello che il visitatore potrà vivere di persona, sarà potenziato da quello non-analogico”.

“Ad esempio con un archivio digitale che permetterà alla Biennale di essere sempre aperta e di non avere scadenze, in un continuum – continua il Presidente – di documenti, video e opere sempre a disposizione”.

L’emergenza Coronavirus “ha fatto riflettere sul ruolo della Biennale e su quello che la Biennale può fare per la società”. Ne esce un progetto di Biennale di Venezia “di servizio” e “di impegno” lasciando, per ora, in secondo piano, mondanità e star.