Il Papa, la benedizione Urbi et Orbi e le “fitte tenebre”: l’emozione del Santo Padre in una San Pietro deserta

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Papa Francesco sale la scalinata verso il sagrato di Piazza San Pietro. Piove e lui è solo. E’ l’immagine del Venerdi di Quaresima che ci offre Papa Francesco parlando delle “fitte tenebre” che ora ci avvolgono in questi giorni di contrassegnati dal Coronavirus.

Spicca, nei pressi del cancello centrale della Basilica vaticana, l’immagine della Salus Populi Romani, l’icona bizantina della Madonna “salvezza del popolo romano” conservata nella basilica di Santa Maria Maggiore e invocata dagli abitanti per proteggerli dai drammi che hanno segnato la storia della città eterna.

C’è anche il crocifisso di legno del XV secolo conservato a San Marcello al Corso portato in processione nel 1522 per invocare la fine di una pestilenza che colpì Roma.

Proprio per invocare la fine dell’epidemia, il vescovo di Roma ha pregato dinanzi a entrambi questi due oggetti sacri nel corso di una sorta di “pellegrinaggio” che ha fatto, lo scorso 15 marzo, percorrendo, in parte a piedi, le strade della città eterna.

In tv, davanti a pochissime persone, collocate a distanza di sicurezza (staff, stampa e clero) il Santo Padre tiene il rito della benedizione eucaristica “Urbi et Orbi”, (alla città e al mondo) che solitamente viene impartita dal Pontefice ogni Pasqua e ogni Natale.

Quindi, il cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica di San Pietro, pronuncia la formula per la proclamazione dell’indulgenza plenaria. Un evento unico come il tempo che stiamo vivendo.