Chiude Venezia, surreale senza turisti, tutta per i pochi veneziani

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Chiesa su Piazza San Marco Deserta
Piazza San Marco

Qual è l’effetto in Veneto – ed in particolare nella città lagunare – della nuova ordinanza nazionale emanata dal Premier Conte e dal governo? Venezia si vede costretta a misure drastiche, come mai successo prima d’ora. Non l’acqua alta, non la marea eccezionale questa volta, ma un virus. Gli hotel chiudono uno dopo l’altro, nonostante ci avessero creduto fino in fondo fino alla settimana scorsa, quando ancora si cercava di proporre una Venezia visitabile e positiva. La nuova ordinanza cancella tutti i colori: ora siamo tutti uguali ed in nome dell’#iorestoacasa si combatte per arginare i contagi. Perché prima si agisce in modo forte e completo, prima si ha almeno la speranza di ricominciare.

Ecco che Venezia appare già deserta, con gli hotel frequentati solo da quei pochi dipendenti rimasti per eseguire solo operazioni di disdetta e organizzare i lavori interni. Contemporaneamente infatti il crollo delle prenotazioni è diventato concreto.  Con lo slittamento della Biennale Architettura ad agosto e la chiusura dei musei, gli unici rimasti sono i dipendenti delle strutture alberghiere, anche loro ora costretti alla cassa integrazione o in ferie. Per l’Associazione Veneziana Albergatori si toccherà l’80% di inattività. La città si appresta a diventare solo per i veri veneziani, i residenti che potranno ammirarla come poche volte gli è capitato di fare, ma purtroppo con la tristezza nell’animo.

Il caso del Metropole in via Riva degli Schiavoni, costretto a chiudere di nuovo proprio poco dopo aver completato l’importante ristrutturazione a causa dell’acqua alta dello scorso novembre. Un colpo dopo l’altro. Ora si abbassano i termi, si staccano gli apparecchi elettrici, si coprono i quadri: si mette ‘in sonno’ l’albergo. Non sarà un sonno sereno.

La stessa cosa per i caffè, i bar e le pasticcerie in piazza San Marco. Chi può si organizza con gli orari della colazione e del pranzo secondo la normativa che prevede aperture dalle 6 alle 18. E c’è chi chiude direttamente, impossibilitato a proseguire. Caffè Florian, Todaro, Chioggia, il caffè Aurora. Il Lavena e il Quadri. A Rialto chiusi il 90% dei banchetti. L’unico settore che ancora pulsa, è quello della grande distribuzione che rimane aperto tutta la settimana.

E se qualcuno pensa già a come ricominciare, già una preoccupazione si prospetta all’orizzonte: la stagione delle crociere potrebbe essere minata. Si pensa ad applicare al settore crocieristico i controlli analoghi a quelli applicati a quelli per i voli aerei, ma la situazione appare ancora confusa ed in via di definizione.